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Personaggi di Ieri: arricchisci le informazioni sulla vita di Silvio Pettirossi

Silvio Pettirossi

Ad Asuncion il 16 giugno 1887 dal cittadino italiano Antino Pettirossi e la nobildonna paraguaiana Rufina Pereira Roldàn) nasceva Silvio che diventerà la più grande figura dell’aviazione del Paraguay. Silvio Pettirossi terzultimo figlio della coppia, aveva tre fratelli nati prima di lui: Alfredo, Elvira, Delia , dopo di lui seguivano le sorelle Honorina e Luisa.

Il Liceo pre-militare di Spoleto (Italia) lo accoglie quando ha appena sette anni, come d'altronde conviene ai rampolli provenienti da una ricca famiglia italoamericana, e dove rimane per ben sette anni. Nel 1901, ormai quattordicenne, fa rientro ad Asuncion per proseguire i suoi studi superiori. I primi approcci con il volo, fino allora solo sognato, li ha in questo periodo quando con gli amici si lancia con un paracadute fai da te dalle cime degli alberi del parco cittadino procurandosi abbondanti sbucciatore e rampogne dal padre, del tutto refrattario alla passione che covava nel cuore di Silvio. Nel 1904 scoppia la rivoluzione e si arruola, a soli 17 anni, nell'esercito meritandosi i galloni di sottotenente.

Ma il volo da passione astratta si trasforma nel suo vero, unico interesse. I Fratelli Wright, Roland Garros, Louis Bleriot, sono i suoi miti da imitare. Ben presto si rende conto che per soddisfare i suoi desideri dovrebbe recarsi all’estero. E’ allora che il senatore argentino Benito Villanueva gli suggerisce di impratichirsi delle tecniche aeronautiche recandosi in quel Paese. A Buenos Aires, invitato da Villanueva, Silvio per qualche tempo lavora nell'ufficio immigrazione. Qui entra in contatto con i Pionieri Argentini dell'Aviazione e con l'Ing. Jorge Newbery. Newbery rimane talmente impressionato dalla passione per l'aviazione del Pettirossi che gli confessa un suo presentimento: “Tu sarai un grande aviatore”

Pettirossi finalmente prova l’emozione di sollevarsi da terra con una macchina volante e dopo poche settimane arriva il battesimo del “volo in solitario”. I Pionieri Argentini resisi conto delle sue naturali doti vorrebbero spedirlo in Francia, il “top” per gli aviatori, per condurre gli studi aeronautici ed ottenere il brevetto di pilota.

Ben presto il vero obiettivo di Pettirossi diventa quello di convincere le autorità paraguaiane della necessità di avere in loco una scuola di Volo e nonostante la contrarietà del padre ottiene la fiducia di illustri politici e militari di rango che intercedono per lui sul Presidente della Repubblica, Don Edoardo Schaerer, affinché il governo paghi i suoi studi in Francia. Finalmente anche il padre, nel 1912, si rassegna a concedere l'aiuto finanziario indispensabile.

Pettirossi parte per la Francia e s’iscrive alla scuola di aviazione Deperdussin a Reims e, dopo 17 lezioni al “doppio comando”, Silvio, fa il suo primo “volo in solitario”. Il 17 Gennaio 1913 si presenta agli esami finali. Questo è l'ultimo traguardo da superare per realizzare il tanto cercato brevetto da aviatore licenziato della Federazione Aeronautica Internazionale. Dopo due mesi riceve il brevetto dove risulta primo tra i 40 ufficiali delle Forze Armate Francesi. Come premio per il suo impegno con un decreto del Primo ministro paraguaiano è nominato 1° tenente in carico al l'Esercito.

Per sei mesi in Italia, visita diversi campi di aviazione; poi ritorna in Francia. Ora Pettirossi comincia ad essere conosciuto in Europa ed in America grazie alle doti aviatorie che lo accompagnavano. Nel 1913 vola con i monoplani Deperdussin per tutta la Francia e durante uno di questi voli rimane in aria per otto ore battendo il record mondiale di durata.

La stampa francese lo ribattezza “Re dell'aria” e Pettirossi conquista la stima e l’amicizia dei più famosi piloti: Garros, Vedrine, Vidart e Peguod. Sono trascorsi solo pochi mesi dall’aver ottenuto il brevetto di pilota e Pettirossi agita ancora il mondo aeronautico francese. Una richiesta perentoria: una giuria di autorità aeronautiche francesi doveva omologare una serie di figure acrobatiche da effettuare di fronte al pubblico. Una folla entusiasta accorre per ammirarlo quando con il suo monoplano Deperdussin comincia la spettacolare dimostrazione: 37 loops, seguiti da alcuni loops invertiti, tonneau a barile, voli sottosopra a bassa quota e cadute a candela, che terrorizzarono i presenti. Dopo l'atterraggio il trionfo. Seguirono altre dimostrazioni di tecnica, bravura e coraggio.

Pettirossi nel Marzo 1914 con il suo Deperdussin “T” si imbarca su un vapore alla volta di Buenos Aires. E’ accompagnato dal suo fido meccanico Maurice Becquet assunto per fornire il supporto tecnico all'aeroplano. A Buenos Aires, Pettirossi e Becquet rimontano l’aereo e lo preparano per condurre una serie di voli dimostrativi. E Pettirossi ripete di fronte ad un folto pubblico tutte quelle manovre che aveva già presentato in Francia: più di 50.000 persone assistono a bocca aperta alla “Pazzia di Pettirossi”.

Pettirossi ora è divenuto famoso anche nelle Americhe e riesce a portare il suo Deperdussin “T” a manovre assolutamente impensabili per quei tempi: decollare in appena 390 metri, poi una virata a più di 50 gradi di attacco verticale, stabilizzare le ali, cabrare con un rapido recupero, loops, tonneau a barile, muovendosi da una figura all'altra con grande naturalezza ad un quota compresa tra i 30 e 300 metri di altitudine.

Prima è in Brasile. Poi è la volta di Montevideo. Anche qui vola molte volte di fronte un numeroso pubblico e trova il tempo di corteggiare Sara Usher Conde una signora dell'alta società. A Santiago del Cile subisce il primo incidente da cui esce totalmente incolume: stava per decollare quando l'aeroplano si infranse sulle recinzioni del campo di gara causando la rottura del motore. Ma Pettirossi esce quasi indenne da questo contrattempo e tre giorni più tardi, con l’aereo riparato dal fido Becquet, il grande show aeronautico riparte per l’entusiasmo dei cileni e delle massime autorità di quel paese: si guadagna la definizione di “uomo uccello”.

Quindi torna ad esibirsi in Argentina e poi in Paraguay ma ormai l’America latina è troppo piccola per lui. Dopo un passaggio da Montevideo per sposare Sara Usher Conde si imbarca per gli Stati Uniti assieme al suo aereo. In numerose esibizioni dagli effetti sbalorditivi il “Re dell’aria” conferma di meritare ampiamente tutti gli appellativi che la stampa gli ha attribuito. Ma la sua fama ha ormai raggiunto livelli stratosferici tanto da sollevare l’invidia di alcuni rivali del “circo dell’aria”.

Durante una manovra acrobatica le ali si rompono e l’aereo precipita in mare ma il pilota viene recuperato incolume da un peschereccio. Da quel momento Pettirossi diventa diffidente, guardingo e prudente.

Malgrado ciò il suo spirito è intatto, ma il 17 Ottobre 1916 mentre con il fedele Deperdussin “T” effettua le sue manovre acrobatiche un cavo di tensione dell'ala si rompe e l'aeroplano impatta con il terreno. Pettirossi muore sul colpo. A soli 29 anni scompariva, così, il più bravo, coraggioso, estroso e famoso promotore della nascente aviazione Sudamericana.


Le notizie e le immagini sono tratte da:
www.aerei-italiani.net
www.laahs.com
www.earlyaviators.com