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Columbus Day a New York

GRUPPO FOLCLORICO FIRLINFEU
“LA BRIANZOLA”
OLGIATE MOLGORA (Lecco)


Brevi sul Gruppo

Il Gruppo Folclorico “La Brianzola” è composto da circa 40 elementi suddivisi nelle sezioni: suono, canto e danza ed ha al suo attivo la partecipazione a numerosi festival e rassegne di folclore nazionali ed internazionali.

Il Gruppo è stato fondato nel lontano 1858; nel 1959 fu rinnovato con l’aggiunta del corpo di ballo e degli abiti, copia fedele dell’abito festivo dei contadini brianzoli del ‘600.

Il Gruppo “La Brianzola” si ispira al romanzo “I Promessi Sposi” di A. Manzoni, ambientato in gran parte a Lecco e in Brianza intorno al 1600, ed anche alla tradizione contadina brianzola con i suoi usi e costumi.

Da dove arriviamo?

Il Gruppo proviene da Olgiate Molgora, Comune della Provincia di Lecco immerso nella Brianza, caratteristico triangolo di terra collinare che si estende fra Como, Lecco e Monza nella zona sud del ramo di Lecco del Lario, lungo il corso del Fiume Adda.

Chi sono i Firlinfeu?

In dialetto brianzolo, “Firlinfeu” significa sia il caratteristico strumento a fiato “zufolo di canne”, sia i suonatori di questo strumento.
Nelle Province di Como e Lecco esistono diversi complessi di “Firlinfeu” che tengono viva una tradizione musicale molto particolare e tanto antica da essere celebrata nella mitologia greca, dove si attribuisce la nascita dello zufolo di canne allo sfortunato amore del Dio Pan per la Ninfa Siringa ed ancora oggi questo caratteristico strumento viene realizzato artigianalmente con le canne dei canneti intorno ai laghi Briantei.

Musiche, Danze e Canti eseguiti dal Gruppo

Il complesso “Firlinfeu la Brianzola” ha un ricco programma di musiche, canti e danze tradizionali - popolari di varie epoche, dal ‘600 sino ai primi del ‘900 suonate dal nostro Gruppo esclusivamente con il caratteristico zufolo di canne “firlinfeu”, intonato su diverse tonalità che creano un effetto polifonico assai difficile da raggiungere, ma veramente originale. Su queste musiche i suonatori eseguono waltzer, mazurke, polke e marcie di varie epoche.Il balletto propone danze d’assieme a tempo di waltzer, mazurke, polke e salterelli raffigurando momenti di lavoro e di festa dei contadini brianzoli, mentre il coro esegue canti popolari della terra di Brianza ed alcuni canti che, i contadini nei campi e le donne in filanda erano soliti cantare per far trascorrere più in fretta la giornata lavorativa.

Abiti del Gruppo

Gli abiti sono ispirati al tipico abbigliamento festivo della popolazione rurale brianzola intorno al 1600, simili a quelli descritti e fatti indossare dal Manzoni a Renzo e Lucia nel romanzo de “I Promessi Sposi”. Questi abiti sono caratterizzati dalle decorazioni colorate a simboleggiare i vari momenti liturgici della tradizione cattaolica e dagli accessori tradizionali, e sono anche segnati dalla presenza spagnola di quel periodo nel territorio lecchese e del alto Lario.

Il costume maschile è composto dal tradizionale cappello di feltro con piuma d’airone, dalla giacca caratterizzata dal taglio sulle maniche che permetteva l’uscita a sbuffo della voluminosa camicia bianca, dalla palandrana posta sopra la giacca e molto caratteristica per le sue spalline a forma di mezzaluna tipiche, come il taglio sulle maniche della giacca, della dominazione spagnola di quel periodo. Più sotto troviamo i tipici calzoni in velluto tagliati sotto il ginocchio e ornati da nastri colorati che con le lunghe calze bianche permettevano di coprire tutta la gamba dell’uomo, e infine la scarpa in cuoio a pezzo unico cioè senza alcuna cucitura.

Il costume femminile è invece caratterizzato dalla tipica raggiera di spadine in argento che ferma l’acconciatura dei capelli delle ragazze e che veniva definita come una sorta di “carta d’identità” della ragazza che la indossava, infatti dal numero e dal tipo di spadine che formavano la raggiera si poteva sapere, l’età della ragazza e se era libera o già sposata e che era portata esclusivamente dalle donne brianzole con spadine che variavano di forma a secondo del paese d’origine della ragazza. L’abito vero e proprio comprendeva una camicia bianca anch’essa molto voluminosa, con collo in pizzo tipico della zona, sopra la camicia veniva indossato il corpino nero che la domenica era tradizione guarnire con nastrini del colore della festa liturgica celebrata e una semplice collana di corallo rosso, più sotto troviamo la gonna di un unico colore anch’essa ornata da nastri colorati e accompagnata dalla sottogonna bianca, dal grembiule bianco e dal foulard colorato, elementi indispensabili per i lavori casalinghi e non solo delle donne di quel epoca, mentre le gambe erano coperte da un paio di lunghe calze bianche ed ai piedi veniva calzato il tradizionale zoccolo in legno a forma di “barchetta” ornato da nastri colorati e simbolo insieme alla raggera ed al firlinfeu della zona del lago di Lecco e del fiume Adda.