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Dalla gioia all’inferno

di Ferruccio Formentini

La soprano Paola Koralek dalla sua Budapest, dove aveva debuttato al Reale nella Regina di Saba, veniva sovente in tournee in Italia. Anche nel 1908 era stata a Pistoia in agosto, settembre a Varese e in ottobre a Forlì, prima di calcare le scene del teatro Vittorio Emanuele di Messina. Il 28 dicembre con il tenore Angelo Gamba canta l’Aida davanti ad un pubblico siciliano entusiasta. D'altronde i messinesi, ma anche i reggini arrivati a frotte per godersi oltre all’Opera anche un secondo spettacolo, di ragioni per essere quella domenica sera particolarmente euforici ne avevano per l’appunto almeno due. Infatti al calar del sole Reggio Calabria avrebbe fornito uno spettacolo impagabile per chi poteva rimirarlo dalla dirimpettaia Sicilia. Alcune strade sarebbero state illuminate come per magia in uno solo clic con “la luce nuova”, cioè con la luce elettrica. Due ottime occasioni per protrarre i festeggiamenti fino a notte inoltrata. Le due città ora dormivano. Lunedì, ore 5,20 una lunga scossa tellurica di appena 30 secondi, seguita da un maremoto, risveglia tragicamente le due città accompagnando in un solo fiato una moltitudine dal sonno alla morte. La Koralek sopravvissuta, ma in preda al terrore, si lancia dalla finestra dell’Hotel Trinacria e le lesioni riportate ai quattro arti, oltre alla tremenda paura, condizionerà per sempre la sua carriera artistica. Sorte ben più sfortunata per il suo compagno di scena Gamba. Giunto a Messina accompagnato dall’intera famiglia per trascorrervi le festività di fine anno rimane sepolto con i suoi cari sotto le macerie. Morente, imprigionato fino al collo, non può portare soccorso alle strazianti grida sempre più flebili dei suoi famigliari. Ascoltato il tremendo silenzio che segue l’ultima implorazione di aiuto dei suoi, ormai deceduti, si lascia morire per il dolore. Tra i soccorritori ci fu chi assicurò di averlo sentito cantare, prima di spirare e con il poco di voce che gli restava, “O terra addio, addio valle di pianto”. Era la romanza con la quale poco prima aveva raccolto frenetici applausi: l’addio al mondo rivolto da Radamès e Aida.